Lo spazio – come affermava Loris Malaguzzi, ideatore della filosofia di Reggio children approach – non è semplicemente un contenitore neutro, ma è il terzo educatore (oltre ai genitori e agli insegnanti). In altre parole, è luogo che può favorire gli apprendimenti (formali e spontanei), se le strutture e la scelta degli arredi rappresentano un invito all’esplorazione, alla ricerca e alla comunicazione.
Gli allestimenti degli ambienti (arredi, materiali e strumenti…) sono pensati in risposta ai bisogni e alle molteplici esigenze dei bambini, al fine di permettere a ciascuno di essere protagonista, di fare esperienze, di instaurare relazioni interpersonali e di sviluppare fiducia verso l’ambiente. Un’organizzazione che aiuti il processo di autonomia del bambino sul piano fisico, emotivo-affettivo e cognitivo.
Tramite un’attenta organizzazione degli spazi il bambino costruisce le sue mappe, il suo spazio; attraverso precisi punti di riferimento che trova nell’edificio scolastico. Tali riferimenti sono rappresentati da persone, oggetti, situazioni che trova a scuola come a casa, e che gli danno il senso della continuità, dell’unità e della percezione di sé come vero tramite fra queste diverse realtà. L’elaborazione, da parte del bambino, dello spazio mentale porta alla maturazione della coscienza della propria identità, che si realizza nell’incontro con gli altri attraverso i quali scopre sé stesso, ritrova le proprie tracce di vita, si concepisce come persona viva, attiva, presente, partecipe degli itinerari educativi della scuola. Per realizzare ciò occorre predisporre un ambiente rassicurante ed accogliente e saper utilizzare gli spazi in modo flessibile e che, nella loro strutturazione di materiali, giochi e arredi, garantiscano il diritto, il bisogno di sicurezza ed esplorazione del bambino creando situazioni stimolanti.